Ogni giorno, alle 18

Ogni giorno alle 18 durante il lockdown eravamo incollati alla tv per ascoltare le cifre, i numeri dell’epidemia.

Dietro ad ogni numero c’era una storia.

Oggi sembra ripetersi quanto è successo a marzo e aprile, moltiplicato per dieci.

Dietro ad ogni numero c’è una storia, non possiamo dimenticarlo. Ogni giorno alle 18 l’autore pubblicava un racconto breve per i suoi amici.

Questi racconti sono storie, si leggono in pochi minuti, al centro c’è un’opera d’arte, perché ogni cosa ha una storia che la riguarda.

Non possiamo liquidare tutto con i numeri delle 18.

A fianco dell’edizione digitale, su Amazon è disponibile anche l’edizione cartacea.

Ti odio, ti copio

Quello che indica la terra con la mano aperta è Aristotele? Chiese lei. Sì.

La vedi quella figura in primo piano?

Chi è?

Michelangelo. In realtà sarebbe Eraclito. Però Raffaello lo aggiunse dopo. Nel cartone di studio per questa stanza Eraclito non c’era. Un omaggio a Michelangelo che intanto aveva cominciato a far vedere cosa aveva combinato nella Cappella Sistina. Ne scopriva un pezzo alla volta e Raffaello rimase ammirato.

Ma non si odiavano?

Mah. Chi lo sa? Si odiavano e si amavano. Raffaello rispettava Michelangelo. L’altro non so. Pensa che una volta Michelangelo entrò a Villa Farnesina travestito da fornitore, mentre Raffaello stava affrescando le stanze. Non proprio mentre. Entrò in una pausa. L’altro aveva a che fare con Galatea, Amore e Psiche… ogni tanto doveva pur prendere fiato. Michelangelo si infila di nascosto. Guarda l’affresco, poi prende un pezzo di carbone e disegna una grossa testa sul muro. Raffaello per rispetto vietò ai suoi collaboratori di ripulire quell’affronto.

Ma guarda, cara, guarda la postura di Michelangelo, beh, di Eraclito. Sembra dipinta da Michelangelo stesso. Quello studio delle torsioni, quel dinamismo. Vieni cara. Andiamo avanti.

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No, non scrive come me

Quindi no, suo marito non scrive come me. Neanche ci va vicino. Non so come scriveva prima. Ma adesso non scrive come me. Ne sono certo. Il fatto è molto semplice e va oltre alla questione delle capacità di suo marito e delle mie, del suo stile e del mio.

Il punto è che io vedevo esistenze che lui non vede. Forse sarà per via di questo particolare che io sono morto da un pezzo, ma non vediamo le stesse cose e allora non possiamo scrivere allo stesso modo. Se fosse così suo marito sarebbe una mia caricatura, anche piuttosto ridicola. Non credo che siano queste le sue intenzioni.  Avrebbe potuto scegliersi un autore più alla moda. Da quando hanno pubblicato i miei racconti prima della revisione dell’editore sono anche caduto in disgrazia. Non fa comodo oggi scrivere come Carver.

La scrittura si adatta alla vita che vedi.  Ecco, la cosa importante è scrivere la vita. Così come la vediamo. Senza capo né coda, perché la vita nella maggior parte dei casi non ha un capo e non ha una coda.

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Sei tutta mia!

Sì, è vero sono già stato innamorato.  Ho conosciuto alcune donne prima di te. Ormai, ho quaranta anni cara, è normale che mi sia innamorato prima di conoscerti. Però posso giurarti che mai è stato come adesso. In fondo sono contento di questa situazione, posso averti tutto per me.  E poi non mi andava proprio che ti vedessero in questo stato.

Troppo sfacciata.

Sì, lo so che non è colpa tua.

Ma sei tutta nuda.

Non puoi presentarti così, amore.

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Come ogni mattina

Come ogni mattina Renzo aprì la persiana della stanza da letto. Come ogni mattina cercò il giornale sui gradini dell’androne.

Quella mattina non lo trovò.

Ma erano ormai diverse mattine, quattro, forse cinque, che proprio nel momento di cercare il giornale, la giornata prendeva una brutta piega.

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